Osoba niepełnosprawna w Kościele
Journal Title: Wrocławski Przegląd Teologiczny - Year 2014, Vol 0, Issue 1
Abstract
La Chiesa considera l’handicappato nel fi sico, nella mente o con altre carenze una persona particolarmente amata da Gesù Cristo. Dopo il 1989 se ne e sviluppata una vera consapevolezza e sono stati compiuti progres- si nell’educazione speciale , il che signifi ca che la famiglia e con le altre istituzioni educative, sotto la guida della Chiesa, può dare alla persona la possibilità di partecipare alla vita della fede e della grazia della salvezza. At- teggiamento ambita della Chiesa verso le persone disabili viene dalla conti- nuazione della missione di Gesù, che è la pienezza della Parola di Dio rivolta all’uomo. Questa Parola è piena di amore, perché Dio ha creato l’uomo per amore e per amore resta nel dialogo e nella cooperazione. Gesù si identifi ca con le persone povere dando loro lo stesso valore inalienabile (Mt 25,40). La persona disabile è chiamata a portare nel corpo e nella psiche la Passio- ne di Cristo. Il Santo Padre è consapevole del valore della vita dei disabili. Esprima costantemente la sua preoccupazione per chi mostra Cristo, spe- cialmente con la sua sofferenza. Una persona disabile come membro della comunità della Chiesa è anche chiamata a ricevere le esigenze della santità di base: lo strumento essenziale educativo della chiesa e la chatechesi. Giovan- ni Paolo II sottolinea che gli uomini handicappati monitorati a causa della loro particolare situazione, nella vita richiedono cure speciali, hanno diritto allo stesso modo dei loro coetanei di conoscere i misteri della fede. La Chie- sa cattolica in Polonia ha adottato e confermato le norme generali relative all’accoglienza delle persone disabili nel mondo e nella Chiesa. Il primo principio è quello di trattare un disabile come persona con diritti inalienabi- li. Questa affermazione deriva dal fatto che un essere umano ha il proprio, unico valore della dignità e della propria autonomia dal momento del con- cepimento e in ogni fase del suo sviluppo, indipendentemente dal loro stato di benessere fi sico, mentale o spirituale. Il secondo principio - strettamente legato allo primo – è che una persona piena di disabilità è un soggetto che ha tutti i diritti, e si dovrebbe quindi agevolare la partecipazione alla società e alla Chiesa. Questo è tutto ciò che deve avvenire ai livelli e nei limiti delle capacità di ogni handicappato. Il terzo principio sottolinea che il livello di fede della società si misura sulla capacita di proteggere i disabili con stima ed amore.
Authors and Affiliations
Robert Zapotoczny
Ks. Józef Zabielski, Roztropność, męstwo, umiarkowanie i sprawiedliwość jako wyznaczniki chrześcijańskiej moralności. Studium tomistyczno-aksjologiczne, Wydawnictwo Uniwersytetu Kardynała Stefana Wyszyńskiego, Warszawa 2015, ss. 204
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